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Santena deposito scorie nucleari. Maggioranza e minoranza coese a tutela del territorio

Santena deposito scorie nucleari. Maggioranza e minoranza coese a tutela del territorio
Data:
Mercoledì, 20 Gennaio 2021
Santena deposito scorie nucleari. Maggioranza e minoranza coese a tutela del territorio

Descrizione

Santena, 20 gennaio 2021 Quale futuro si prospetta per il Distretto del Cibo dell'area omogenea Chierese-Carmagnolese se Carmagnola diventa un sito per rifiuti nucleari? È nota ormai da diversi giorni sulle pagine dei giornali la notizia di una possibile scelta del Comune di Carmagnola tra le Aree potenzialmente idonee a ospitare il Deposito Nazionale destinato allo smaltimento definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico. Un’ipotesi che potrebbe innescare una reazione a catena su tutti i Comuni limitrofi, in primis Santena, Villastellone e Poirino.
Nella proposta elaborata e arrivata dalla società Sogin S.p.A, emerge infatti che tra le 67 aree prescelte c'è anche un’area agricola tra le frazioni Casanova e Favari, sede di decine di aziende agricole e allevamenti: «La possibile scelta di questo sito mette a rischio il comparto agroalimentare del nostro territorio, influenzando anche negativamente lo sviluppo del costituendo Distretto del Cibo di cui Santena è capofila- va al punto il sindaco Ugo Baldi - Il danno oltre che effettivo alle colture e agli allevamenti, sarebbe soprattutto di immagine ad un territorio rinomato per la coltivazione dei peperoni, ma anche dell’asparago».
Una causa che tutta l’Amministrazione santenese ha sposato, al di là di qualsiasi schieramento politico: «È un territorio con falde acquifere poco profonde che potrebbero facilmente contaminarsi con gli scarti nucleari che anche solo accidentalmente potrebbero essere dispersi nell’ambiente - spiega Domenico D’Angelo consigliere di minoranza del Movimento 5 Stelle - È una questione di salute pubblica che non può essere trattata con superficialità. Si tratta di 180 ettari circondati da cascine e allevamenti. Da ultimo, la fase 1 avviata con la pubblicazione delle aree idonee ad ospitare il sito di stoccaggio e il parco tecnologico su scala nazionale, ha fatto uso di dati immediatamente disponibili ed utilizzabili, fatto che molto probabilmente ha determinato una serie di errori sistematici nella classificazione delle aree. Infatti al momento attuale non esiste un vero e proprio censimento delle zone ad intensa attività agricola di qualità. Esiste e non esiste un censimento delle PAT, DOP che non essendo immediatamente disponibile quasi certamente non è stato considerato».
Intanto, l’11 gennaio si è tenuto l’incontro con i parlamentari piemontesi organizzato e coordinato dal Vicesindaco della Città Metropolitana di Torino Marco Marocco e dalla Consigliera Delegata all’Ambiente dr.ssa Barbara Azzarà. Un impegno concreto a sostegno e supporto dei sindaci dei territori coinvolti soprattutto nell’azione di raccolta e studio dei dati necessari a redigere la relazione con le osservazioni tecniche che argomentino a sfavore di tale ubicazione. Parallelamente su proposta di alcuni consiglieri Regionali è stato aperto un tavolo in Regione sul tema Deposito Nazionale per dare il massimo risalto e coinvolgimento nello spirito della massima diffusione del dibattito pubblico. Il primo incontro si è tenuto in data 20 gennaio e presumibilmente il secondo si terrà il 4 febbraio.
E per questo che l’Amministrazione di Santena ha da subito aderito alla raccolta firme promossa dal Comitato di Carmagnola per bloccare la decisione presa dalla Sogin: «Abbiamo solo 60 giorni per impugnare la decisione e metà sono quasi andati- sottolinea Baldi- La decisione è infatti del 5 gennaio e quindi stiamo correndo contro il tempo per raccogliere le firme e far slittare la scelta definitiva. In tutta Italia sono 67 i siti potenzialmente idonei, di cui 8 solo in Piemonte. È stato istituito un tavolo di lavoro tra i nostri quattro Comuni, insieme a Città Metropolitana e Regione e diversi geologi. È essenziale che vengano fatte ulteriori analisi del sito perché riteniamo, noi come molti parlamentari che ci stanno supportando, che nella scelta non siano stati fatti tutti i necessari approfondimenti.»
La petizione continuerà domani, giovedì, in via Sambuy, davanti all’area mercatale dalle 9,30 alle 12,30: «Anche oltre se sarà reputato necessario - rimarca il sindaco - Da tempo stiamo lavorando alla realizzazione del Distretto del Cibo atto a valorizzare i prodotti agroalimentari della zona omogenea Chierese-Carmagnolese: Peperone di Carmagnola, Tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino, Asparago di Santena, Ciliegie di Pecetto, Cipolla bionda di Andezeno, Freisa di Chieri e molti altri prodotti di eccellenza».
Conclude Baldi: «Ad oggi la decisione non è confermata, quindi mi auguro che nessuno abbassi la guardia e si arrivi a soluzioni di sicurezza consapevoli. La creazione di un deposito nazionale di scorie nucleari è imprescindibile, ma la scelta finale deve rispettare condizioni tecniche, ma anche economiche e sociali della comunità che dovrà ospitarlo».

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Ultimo aggiornamento

03/04/2024 11:37




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